Dicariche, Bagnoli, Ticino: le risposte del ministro Galletti al question time di mercoledì 5 agosto alla Camera

Roma - Aula Camera dei Deputati, 5 ago
Interrogazione a risposta immediata presentata dall’On. Fautilli - (Stato della bonifica delle discariche abusive e multe pagate alla Commissione Europea)
On.li Colleghi, mi è grata l’occasione per riepilogare, nel breve tempo a disposizione, lo stato dell’arte delle infrazioni comunitarie contestate al nostro Paese per la violazione delle direttive in materia di rifiuti, con particolare riferimento alla Regione Campania.

La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 2 dicembre 2014 ha condannato l’Italia al pagamento di una sanzione forfettaria di circa 40 milioni di euro e di una penalità semestrale di oltre 42 milioni di euro – da ridurre in proporzione all’avanzamento degli interventi di bonifica – per mancata esecuzione di una precedente sentenza di condanna del 26 aprile 2007. Essa riguarda, peraltro, solo 200 discariche, rispetto alle migliaia previste in origine, per le quali era ancora necessario realizzare operazioni di bonifica, oppure occorreva dimostrare l'approvazione di piani di riassetto o l’adozione di decisioni definitive di chiusura. 

Nel territorio della Regione Campania ricadono 48 discariche i cui interventi di ripristino ambientale sono interamente finanziati  con l’Accordo di Programma per le Compensazioni Ambientali – fondi FSC 2007/2013 e con le risorse in dotazione all’Obiettivo Operativo 1.2. del POR FESR Campania 2007/2013.

Gli interventi di bonifica e messa in sicurezza dovranno essere conclusi entro il termine del 31/12/2015.

Allo stato si segnala che, con decisione del 13 luglio scorso la Commissione Europea ha ritenuto messe a norma le discariche di “Contursi Terme – Serroni” e “Pisciotta - S. Elia”.

Gli ulteriori interventi sono tutt’ora in corso, come comunicato dalla Regione Campania in data 4 maggio 2015. In particolare:

  • 29 interventi sono stati ammessi a finanziamenti di cui 4 con i lavori avviati, 3 con le gare aggiudicate in via definitiva, 18 con le gare bandite ed in corso;
  • 4 interventi con progetti di bonifica approvati;
  • 8 con progetti di bonifica in corso di approvazione;
  • 2 con progetti caratterizzazione e analisi di rischio in corso
  • 2 Comuni non hanno presentato la documentazione necessaria per l’approvazione del progetto di caratterizzazione

Con la sentenza dello scorso 16 luglio, la Corte di Giustizia dell’UE ha invece condannato l’Italia per l’inadempimento della Regione Campania nella gestione del proprio ciclo dei rifiuti. La condanna prevede il pagamento di una somma forfettaria di Euro 20 milioni  e di una penalità giornaliera di Euro 120.000. La penalità giornaliera imposta dalla Corte di Giustizia è suddivisa in tre parti, ciascuna pari ad un importo di Euro 40.000, calcolata per categoria di impianti da realizzare in attuazione del Piano Regionale di Gestione dei rifiuti (discariche, termovalorizzatori e impianti di trattamento dei rifiuti organici) ed è dovuta fino a quando non saranno messi in servizio gli impianti necessari a garantire l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani.

Occorre ribadire in conclusione che le somme pagate dall'Italia per queste sanzioni europee saranno oggetto di procedura di rivalsa nei confronti delle amministrazioni locali e regionali inadempienti ai sensi della normativa vigente.


Interrogazione a risposta immediata presentata dall’On. Prina, e altri - (Gestione deflusso minimo vitale del fiume Ticino e regolazione livelli lago Maggiore)
La sperimentazione di nuovi livelli di regolazione estiva del lago Maggiore è stata approvata con delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po il 12 maggio 2015, dopo una serie di approfondimenti tecnici condotti in sede di Conferenza dei servizi.

L’incremento del livello estivo di regolazione del Lago Maggiore, richiesto sin dal 2012 dal Consorzio del Ticino, consentirà di mettere a disposizione una riserva d’acqua adeguata a sostenere il rilascio delle portate di deflusso minimo vitale del fiume Ticino, senza ridurre le dotazioni oggi disponibili per l’agricoltura irrigua di valle e sostenere, nei periodi di prolungata siccità, la portata del fiume Po.

L'accordo prevede che fino al 15 settembre del 2017, infatti, il livello idrografico sarà mantenuto a 1,25 metri al di sopra dello zero idrometrico di Sesto Calende. Ci saranno dunque due anni per migliorare gli strumenti di controllo delle portate e di monitoraggio del lago e per avere un quadro aggiornato delle dinamiche lacustri. A fine 2017, poi, si valuterà se già dal marzo 2018 si potrà innalzare il livello a +1,30 metri. In seguito, sulla base dell'andamento della sperimentazione, procedere poi negli anni successivi all’innalzamento fino a quota + 1,50 metri.

Credo si sia trovata una soluzione equilibrata. Una sintesi che riesce a tenere unite le ragioni degli agricoltori con quelle dei comuni rivieraschi, la difesa dell'ambiente con la tutela dai rischi di tipo idraulico e alluvionale. E quindi, le ragioni del nostro Paese con quelle dei confinanti.

Rispetto ai rapporti con la Svizzera segnalo l'instaurazione, in occasione della 2° riunione del Dialogo ambientale tra i due Stati il 15 giugno scorso, di una procedura di sistematica condivisione delle informazioni idrologiche, meteorologiche ed ambientali relative all’area transfrontaliera del Ticino e del Lago Maggiore con l’Ufficio Federale dell’ambiente della Confederazione Svizzera.

Ecosistemi, agricoltura e turismo stanno a cuore a ciascuno di noi. La strada è quindi quella del lavoro comune, proprio come condivisa da tutte le istituzioni pubbliche interessate è stata la nuova sperimentazione, ancor più urgente e necessaria alla luce degli eventi climatici sempre più estremi con cui deve fare i conti il nostro Paese.

Sui fenomeni di siccità dei laghi e dei corsi d'acqua – voglio ribadirlo - il mio ministero è a disposizione per un lavoro comune con le Regioni volto a superare le emergenze sopraggiunte. E’ proprio di oggi la deliberazione da parte del comitato istituzionale per il Bacino del Po di misure per la mitigazione della crisi idrica che interessa l’area padana.


Interrogazione a risposta immediata presentata dagli On.li Taglialatela e Rampelli - (Bonifica del SIN “Bagnoli-Coroglio”)
Sull’impiego delle risorse citate dagli interroganti, pari a circa 48 milioni di euro, provenienti dal bilancio ministeriale, a suo tempo trasferiti al Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche in Campania per interventi nel SIN di “Bagnoli-Coroglio” e in seguito al bilancio del Comune di Napoli, va ricordato innanzitutto l'iter che ha interessato il sito nell'ultimo anno.

Nell'ottobre 2014 si è verificato il sequestro preventivo dell’area industriale ex ILVA ed ex Italsider in Bagnoli, in disponibilità della Bagnolifutura S.p.A, da parte del Tribunale di Napoli, risalente ad aprile 2013, dapprima revocato e poi ripristinato nell’ottobre 2014.

Nel maggio 2014 si è registrato il fallimento della Bagnolifutura S.p.A., mentre il 21 novembre è stato nominato da parte del Tribunale di Napoli l'avvocato Maurizio Pernice quale Custode Giudiziario “dinamico” delle aree del sito di Bagnoli sottoposte al provvedimento di sequestro, con il compito di sovraintendere alle attività necessarie e di adottare le iniziative e misure tecniche per la salvaguardia ambientale e la bonifica del sito ex industriale.

Con il decreto-legge 133 del 2014 è stata prevista la definizione di un piano di bonifica ambientale e rigenerazione urbana delle aree ricomprese nel comprensorio di Bagnoli-Coroglio, individuate di rilevante interesse nazionale, nonché la nomina di un Commissario straordinario di Governo e di un Soggetto Attuatore.

Proprio il Soggetto Attuatore è stato individuato, attraverso la recentissima approvazione del Decreto 78/2015 Enti Locali, nell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti S.p.A., Invitalia, quale società in house dello Stato.

Il 16 aprile scorso Ministero dell’Ambiente e Comune di Napoli hanno sottoscritto un accordo di programma per individuare, disciplinare e programmare l’impiego delle risorse economiche necessarie per dare attuazione alle attività, alle iniziative, alle misure tecniche e agli interventi che il predetto Custode Giudiziario deve porre in essere.

Tale Accordo è finanziato per 4,5 milioni di euro a valere sulle risorse residue di cui si è già riferito, oggi pari a circa 45 milioni di euro, già al netto di circa 3 milioni di euro spesi dal Custode Giudiziario pro-tempore per finalità di messa in sicurezza.
Sono attualmente in fase di definizione gli atti convenzionali per l'affidamento ai Soggetti attuatori degli interventi previsti nell'Accordo, anche all’esito dei quali potranno essere disciplinate le risorse residue, che ammontano a 40,5 milioni.

 


Ultimo aggiornamento 25.08.2015