Galletti: "Investire su Ambiente o disegno europeo a rischio"

Gli interventi al consiglio dei ministri dell'Ambiente EU di Milano

16 luglio 2014 Sessione Plenaria

CAMBIAMENTO CLIMATICO, IL SUMMIT DI BAN KI-MOON E LE NEGOZIAZIONI INTERNAZIONALI VERSO LIMA (9:30 – 11:00)

Le ultime elezioni europee ci hanno lanciato un messaggio molto chiaro, che non possiamo ignorare.

I cittadini europei chiedono all’Europa un cambio di passo: ci chiedono di andare veloci.

Per noi ministi dell’Ambiente questo segnale deve arrivare ancora più forte. O riusciamo a imprimere da subito una direzione chiara e concreta alle politiche comunitarie in materia di clima, e più in generale nelle politiche ambientali, oppure rischiamo il definitivo scollamento dei cittadini dalle istituzioni europee.

Il nostro impegno per questo Semestre è raccogliere questa sfida con determinazione, perché in gioco c’è il destino dell’Europa.

Il segretario generale Ban Ki Moon ci dà un’importante occasione: la prima dal 2009 di dare un nuovo e decisivo impulso politico per avviare azioni che coinvolgano tutti gli stakeholders e che abbiano effetti incisivi e immediati sulla lotta ai cambiamenti climatici e che, parallelamente, incoraggino un impegno condiviso per la definizione di un nuovo accordo sul clima da adottare entro il 2015.

Il Vertice sarà l’occasione per verificare il livello di impegno dei leaders sui contributi nazionali alla lotta ai cambiamenti climatici e per rispettare il calendario concordato nell’ambito dei negoziati della XIX Conferenza delle Parti di Varsavia lo scorso anno.

Al fine di rassicurare l’opinione pubblica e le altre Parti negoziali sul costante impegno dell’Unione Europea e dei suoi Stati Membri, deve essere una nostra priorità comunicare chiaramente i risultati considerevoli che abbiamo finora ottenuto a livello europeo e nazionale sulla nostra capacità di dissociare la crescita economica dalla crescita delle emissioni (c.d. decoupling) e sugli sforzi per favorire una transizione verso un’economia sostenibile, a basse emissioni di carbonio.

Nell’ambito dei programmi di cooperazione internazionale, come parte del nostro continuo impegno verso un’azione ambiziosa nel periodo pre-2020,  sarebbe opportuno esprimere il pieno sostegno dell’Unione Europea e dei suoi Stati Membri all’iniziativa promossa dalla Banca Mondiale al fine di “Mettere un prezzo al carbonio”.  Riteniamo infatti che l’iniziativa possa promuovere la cooperazione internazionale  per garantire l’obiettivo di applicare un prezzo al carbonio su scala globale e sostenere, quindi, con forza le politiche pubbliche e gli sforzi privati per rafforzare le azioni di mitigazione di lungo termine.

Il Vertice affronterà il tema del finanziamento del clima e dell’adattamento ai cambiamenti climatici e sarà quindi essenziale che si faccia ricorso al più ampio spettro di soluzioni possibili.

La capitalizzazione del Fondo verde per il clima, come riaffermato nei giorni scorsi a Parigi in occasione del Forum delle maggiori economie,  è considerato da molti paesi un passo decisivo per creare un rapporto di mutua fiducia che faciliti il percorso verso Lima e Parigi.

Il successo delle soluzioni adottate dipenderà anche dalla capacità di affrontare pragmaticamente le sfide che abbiamo davanti, avendo il coraggio di rinnovare meccanismi e schemi che oggi non rispondono piu’alle esigenze di un mondo che è cambiato.

L’Europa dovrà confermare il ruolo di guida alla lotta dei cambiamenti climatici su scala globale, veicolando un’immagine solida e compatta con messaggi coerenti affidati ai nostri Capi di Stato e di Governo.

 

SESSIONE PLENARIA

QUADRO AL 2030: AGGIORNAMENTO SUI PROGRESSI (11:30 – 13:00)

Riprendiamo i lavori.

In questa seconda sessione della mattinata, affronteremo il tema delle politiche clima – energia verso il 2030.

Permettetemi una riflessione di carattere generale. Credo abbiamo tutti ben chiara una cosa: quella sul Clima non è una responsabilità che si può affrontare in chiave tecnica, solo fissando target o firmando protocolli. E’ in primo luogo una responsabilità politica e morale che grava su ognuno di noi.

Coltivare e conservare il Pianeta per le future generazioni è un imperativo etico: solo con questo approccio e con la consapevolezza dell’urgenza di affrontare questa sfida, potremo trovare la forza per le scelte, anche molto difficili, che siamo chiamati ad assumere. Il compito della politica è proprio questo.

“Proteggiamo il Creato: se distruggiamo il Creato, il Creato ci distruggerà. Non lo dimenticate”. Sono parole di Papa Francesco, su cui ognuno di noi – cristiano e no – è chiamato a una profonda riflessione.

"CRESCITA VERDE, GREENING DEL SEMESTRE E STRATEGIA EUROPA 2020" (15.00 - 18.00)

Questa sessione pomeridiana è dedicata ai temi della “crescita verde”, in particolare al rafforzamento della componente ambientale nei documenti di governance europea e agli aspetti di greening del “Semestre europeo” nel contesto del dibattito in corso sulla revisione della strategia Europa 2020.

Il quadro di riferimento in cui ci muoviamo per questo dibattito è quello tracciato dagli ultimi due Vertici europei di marzo e giugno
2014 e dal nuovo ciclo legislativo apertosi con le elezioni europee di maggio.

Per orientare le discussioni sul Semestre europeo 2014, i Capi di Stato e di Governo hanno, infatti, posto un accento particolare sulle politiche che migliorano la competitività, sostengono la creazione di posti lavoro e contrastano la disoccupazione, in particolare quella giovanile che in numerosi paesi europei ha raggiunti livelli inaccettabili.

In un contesto globale in profonda e rapida mutazione, contraddistinto anche da una profonda crisi economico-finanziaria, l’Unione Europea si è sempre mostrata convinta della necessità di investire sulla crescita
verde: il richiamo alle nuove tecnologie, alle fonti rinnovabili, all’efficienza energetica, alla ricerca e innovazione ambientale, alla tutela e alla promozione del patrimonio naturale, rappresentano elementi costitutivi per una ripresa economica sostenibile da un lato e una nuova prospettiva occupazionale dall’altro.

E’ questo, dunque, il momento giusto per favorire una crescita sostenibile, efficiente dal punto di vista dell’uso delle risorse e a basse emissioni di carbonio, che abbia effetti positivi non solo dal punto di vista della tutela ambientale, ma anche sul rilancio della competitività, accrescendo anche la “legittimazione” del progetto europeo agli occhi dei cittadini.

L’integrazione di considerazioni di carattere ambientale nel processo di coordinamento delle politiche economiche degli Stati Membri rappresenta, in questo momento di confronto sulle modalità per uscire dalla crisi, una sfida senza precedenti per rovesciare la tradizionale visione del rapporto tra politiche economiche e ambiente, generalmente orientata a valutare l’intervento a posteriori per rimediare agli impatti ambientali delle scelte economiche.

Il concetto di economia circolare sta sempre più prendendo piede come scelta strategica da perseguire nelle politiche europee, in primo luogo ambientali e industriali.

Una pressione sulle risorse sempre più forte e con la crescente insicurezza degli approvvigionamenti, favorisce la transizione ad un modello economico circolare e consente al tempo stesso di rendere più efficienti i processi produttivi e migliorare la competitività, nell’ottica di una crescita sostenibile e duratura.

Noi Ministri dell’Ambiente dobbiamo puntare su questo nuovo paradigma all’interno della governance europea.

Il Semestre europeo è il principale strumento del ciclo di programmazione a sostegno della crescita derivato dalla Strategia Europa 2020. Il greening del Semestre europeo significa inserire le politiche ambientali nel ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche europee, e far sì che a livello nazionale le politiche di bilancio tengano conto delle priorità ambientali.

Il rispetto del principio dello sviluppo sostenibile, che il Trattato afferma come guida delle politiche europee, deve tradusrsi nel sostanziale concorso delle tematiche ambientali, insieme a quelle economiche e sociali, nell’ambito del ciclo annuale delle politiche europee. In questo contesto il ruolo del Consiglio Ambiente dovrà concorrere insieme agli altri Consigli interessati al Semestre europeo.

Come sapete, fino ad oggi noi Ministri dell’Ambiente abbiamo contribuito al dibattito sul documento annuale della crescita solo con scambi di vedute.

Credo sia arrivato il momento di lanciare messaggi più forti, affinché questo documento possa includere anche le priorità e i progressi in materia ambientale insieme a quelle di promozione della crescita e dell’occupazione.

E’ mia intenzione quindi portare questo dibattito all’interno del Consiglio, e proporvi di lavorare insieme affinché si possano adottare delle conclusioni al Consiglio Ambiente del 28 ottobre da trasmettere al Consiglio europeo di dicembre.

L’attuale processo di revisione della Strategia 2020 rappresenta per noi un’ importante opportunità, sia per riaffermare il principio, sancito dallo stesso Trattato, che lo sviluppo sostenibile deve essere alla base delle scelte dell’Unione, sia per inserire le politiche ambientali nel ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche europee.

Una nuova visione sull’uso efficiente delle risorse come fattore di competitività può essere consolidata nell’ambito della revisione di Europa 2020, puntando al possibile inserimento di un indicatore sulla produttività delle risorse, che sia calcolato secondo criteri condivisi e plausibili.

Questo cambiamento è necessario non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello della competitività. Perché l’Europa è densamente popolata, vincolata a una produzione e a modelli di consumo ad alta intensità di risorse, è dipendente dalle importazioni di risorse, come energia e materie prime, e deve fronteggiare livelli di prezzi in rapida crescita e più volatili. Produrre gli stessi beni usando meno energia, meno acqua, meno materie prime, con un impatto minore sugli ecosistemi, produrre beni che possano essere riutilizzati o riciclati è essenziale per la nostra competitività.

Se il nostro desiderio di mantenere una forte base industriale in Europa è una priorità, questa è la strada da seguire.

Questo importante obiettivo che l’Italia si pone, si incardina nel più ampio contributo che il Governo italiano nel suo insieme intende dare alla revisione della Strategia Europa 2020.

Incontro informale congiunto dei Ministri dell’Ambiente e del Lavoro

 


Ultimo aggiornamento 23.07.2014