I numeri del termovalorizzatore di Acerra: la risposta del ministro Galletti

Interrogazione a risposta immediata dell’On. Micillo e altri - Report ISPRA 2016 su gestione rifiuti urbani e ceneri prodotte dall’inceneritore di Acerra

Con riferimento alle questioni poste dagli onorevoli interroganti, si chiarisce innanzitutto che il dato relativo al report di Ispra citato nell’interrogazione risultava incompleto a causa di un mero errore materiale, che l’Ispra ha provveduto a correggere.

Con riferimento all’anno 2015, l’impianto di termovalorizzazione di Acerra ha prodotto circa 36.000 tonnellate di rifiuti da processi di abbattimento fumi (ceneri leggere), successivamente avviate ad impianti di trattamento per l’inertizzazione finalizzata al successivo recupero/smaltimento, ubicati sia nel territorio nazionale (circa 17.000 tonnellate in provincia di Frosinone, circa 8.500 in provincia di Brescia, circa 3.700 in provincia di Pavia) sia all’estero (circa 5.600 tonnellate in Germania). Sono circa 537 le tonnellate rimaste in giacenza all’impianto di Acerra.

Il termovalorizzatore ha inoltre prodotto circa 118.000 tonnellate di ceneri e scorie pesanti, inviate ad impianti di recupero di metalli e inerti situati nel nord Italia, fatta eccezione per circa 1.000, che risultano in giacenza presso lo stesso impianto.

Quest’ultimo è il dato che non era stato riportato nelle tabelle del rapporto sui rifiuti urbani 2016 redatto da ISPRA, su cui, come ho già detto, è intervenuta la correzione dell’Ente competente.

L’impianto di Acerra quindi, sulla base dei dati corretti, produce circa 154.000 tonnellate di rifiuti.

Si fa presente, inoltre, che, sulla base dei dati storici relativi ai rifiuti in ingresso, il Ministero dell’ambiente ha provveduto con il DPCM del 10 agosto 2016 all’individuazione della capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento già in esercizio o autorizzati a livello nazionale. Conseguentemente, il decreto ha individuato il fabbisogno residuo di incenerimento, localizzando le infrastrutture da realizzarsi per macroarea e per Regione, nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, tenendo conto della pianificazione regionale.

Resta inteso comunque che, qualora ne ricorrano le condizioni, come previsto dal decreto, Regioni e Province autonome possano chiedere al ministero, come previsto dal decreto, l’aggiornamento del fabbisogno residuo di incenerimento dei rifiuti.

Per quanto riguarda, inoltre, la produzione e la gestione delle ceneri e delle scorie prodotte dall’impianto, queste esulano dalle finalità e dalla portata del decreto. La gestione di tali rifiuti speciali è infatti posta a carico del soggetto gestore dell’impianto, ed è sottoposta al libero mercato nel rispetto dei principi di economicità e sostenibilità ambientale.

 

 


Ultimo aggiornamento 18.01.2017