Le risposte del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti al question time di giovedì 9 aprile alla Camera dei Deputati

Interrogazione a risposta immediata presentata dagli On.li Di Stefano e Palese - (Nomina Commissario ad acta del Parco Nazionale della Costa Teatina)

L'istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina è stata prevista dalla legge 97 del 2001.

Non riuscendo ad ottenere l’intesa tra le amministrazioni interessate per l'istituzione del parco, con una disposizione normativa contenuta nel decreto 225 del 2010 si era previsto che, superato il termine del 30 settembre 2011, poi più volte prorogato, venisse nominato un Commissario ad acta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Trascorso l’ultimo termine fissato al 31 dicembre 2013, con dPCM del 4 agosto 2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 ottobre scorso, veniva nominato Commissario il dott. Giuseppe De Dominicis, quale persona ritenuta in possesso di capacità adeguate alle funzioni da svolgere, per titoli professionali e specifiche esperienze maturate.

L’incarico, della durata di un anno a decorrere dalla nomina, è finalizzato alla predisposizione e attuazione di ogni intervento necessario per l'istituzione del Parco Nazionale, attraverso la delimitazione provvisoria di esso sulla base degli elementi conoscitivi e tecnico-scientifici disponibili, in particolare presso i servizi tecnici nazionali e le amministrazioni dello Stato nonché le Regioni.

Per quanto riguarda il compenso, è previsto che sia determinato con successivo dPCM adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Attualmente lo schema di decreto, che fissa il compenso in 33.300 euro lordi annui, è all’esame del Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’acquisizione della firma del Ministro.

Sull’ultimo punto del quesito, va precisato che il progetto Ombrina Mare 2 non sembra rientrare nelle previsioni di divieto di cui all’art. 6, comma 17, del decreto legislativo 152 del 2006, che prevede una distanza minima di 12 miglia nautiche dai parchi costieri per le  cosiddette “trivellazioni a mare”, relativamente ai procedimenti concessori avviati successivamente alla entrata in vigore della norma che ha introdotto lo stesso divieto – come nel caso, appunto, di Ombrina Mare 2. Per un'adeguata e più esaustiva valutazione della questione, tuttavia, molto potrebbe dipendere proprio dai tempi di istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina, con la contemporanea individuazione della sua perimetrazione, ad oggi non ancora definita.


Interrogazione a risposta immediata presentata dagli On.li Matarrese e D’Agostino (Sequestro fertilizzante nocivo a Ginosa in Puglia)

Con riferimento al quesito formulato dagli interroganti, preciso innanzitutto che le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, tutt'ora in corso, sono coperte da segreto istruttorio. L’ipotesi di reato più grave ipotizzata è quella dell’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, cui si aggiunge anche la gestione illecita degli stessi.

Parliamo di una questione tecnicamente complessa: l’utilizzo di fanghi derivanti da processi di depurazione delle acque reflue provenienti da insediamenti produttivi è infatti ammesso nella preparazione dell’ammendante compostato, purché tali fanghi abbiano caratteristiche qualitative paragonabili a quelli provenienti da insediamenti civili.

Per quanto concerne la concentrazione di metalli e idrocarburi totali, poi, se l’ammendante prodotto presenta livelli di inquinanti superiori a quelli stabiliti nel decreto legislativo 75 del 2010, non può essere considerato conforme alla disciplina dei fertilizzanti e, pertanto, va considerato un rifiuto.

E' necessario comunque precisare che la titolarità delle procedure di bonifica in siti non qualificati come di interesse nazionale è in capo alle Regioni e, quindi, agli enti e alle istituzioni locali.

 Nella stessa competenza rientrano attività propedeutiche come il campionamento dei terreni e le analisi delle falde acquifere per determinare la mappatura delle aree potenzialmente inquinate.

Sulla questione, comunque, è stato immediatamente richiesto alla Regione Puglia di conoscere le iniziative adottate per verificare il reale ed effettivo stato dell’eventuale inquinamento.

Vista l'oggettiva e potenziale pericolosità per l’ambiente e la popolazione residente, il Ministero promuoverà se necessario l'intervento regionale, monitorando la situazione anche attraverso il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente.


Ultimo aggiornamento 16.04.2015