Le risposte del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti al question time di mercoledì 20 maggio alla Camera dei Deputati

Interrogazione a risposta immediata presentata dagli On.li Locatelli e Pastorelli - (Utilizzo CSS presso cementificio a Calusco d’Adda)
Con il decreto ministeriale 22 del 14 febbraio 2013 è stata dettata la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS).

Questo provvedimento è una delle misure di attuazione della disciplina europea e prevede specifici criteri per la produzione e l’utilizzo del CSS, nonché la definizione dei valori limite per le sostanze inquinanti in esso contenute e per le emissioni in atmosfera.

Con questa iniziativa non si opera certamente una trasformazione dei cementifici in impianti di incenerimento: al contrario, si limita l’utilizzo del CSS-Combustibile ai soli cementifici che, nell’ambito dell’autorizzazione ambientale integrata, rispettano i valori limite di emissione e le condizioni di esercizio degli impianti di coincenerimento, cioè di recupero di energia dai rifiuti. Pertanto, sia i cementifici che gli impianti di coincenerimento operano alle medesime condizioni per quanto riguarda i valori limite di emissione degli inquinanti in atmosfera.

Il Ministero dell’Ambiente non è, peraltro, titolare di procedimenti autorizzativi in materia di utilizzo di CSS presso i cementifici, competenza invece rimessa in capo alle regioni e, nel caso dello stabilimento di Calusco d’Adda, per delega alla competente Provincia di Bergamo.

L’impegno che il Ministero si è assunto con il decreto 22 è stato quello di istituire un “Comitato di vigilanza e controllo”, quale organo per monitorare la produzione, le caratteristiche e l’utilizzo del CSS-Combustibile, nonché in generale l’attuazione del regolamento, per promuovere iniziative di divulgazione pubblica e per sottoporre proposte integrative e correttive della disciplina tecnica.

E' imminente a questo proposito la formalizzazione del primo Rapporto annuale del Comitato, il quale ha realizzato il monitoraggio della produzione e dell’utilizzo del CSS-Combustibile, acquisendo i dati dalle amministrazioni pubbliche competenti al rilascio delle autorizzazioni alla costruzione e all’esercizio degli impianti produttori o utilizzatori di CSS-Combustibile, tra i quali lo stabilimento Italcementi di Calusco d’Adda.

E proprio grazie al lavoro sinora svolto dal Comitato è possibile sin d’ora ritenere opportuno intervenire con iniziative chiarificatrici volte, ad esempio, ad eliminare possibili discrasie applicative, distinguendo più chiaramente tra CDR (combustibile da rifiuto), CSS-Rifiuto e CSS-Combustibile, anche mediante la realizzazione di un  sito web per favorire l’interlocuzione con gli Enti territoriali responsabili del rilascio delle autorizzazioni. L'obiettivo è portare a conoscenza del pubblico tutte le informazioni utili sulla produzione e l’utilizzo del CSS, nella chiarezza e nella trasparenza.


Interrogazione a risposta immediata presentata dall’On. Melilla e altri - (Autorizzazioni ricerca e sfruttamento idrocarburi nel Mare Adriatico)
Lo sviluppo della ricerca e della coltivazione degli idrocarburi, sia in forma liquida che gassosa, costituisce un elemento di valorizzazione delle risorse energetiche del Paese, quando esso non confligga con la prioritaria tutela dell'Ambiente. Nello specifico, la zona di mare del medio Adriatico antistante le coste dell’Abruzzo è da tempo oggetto dell'interesse di diversi progetti.

Gli onorevoli interroganti fanno riferimento ad una serie di istanze, presentate anche da lungo tempo, in ordine alle quali la Commissioni tecnica VIA-VAS ha già espresso il proprio parere. Non risulta tuttavia ancora emanato il pertinente decreto interministeriale Ambiente/Beni culturali che ne attesta la compatibilità ambientale.

Ciò vuol dire che per ciascuna istanza è stato svolto il complesso procedimento istruttorio, prima, e valutativo, a seguire, che ha portato la Commissione VIA-VAS ad esprimere il parere di competenza – con prescrizioni, laddove ritenute necessarie – sempre e comunque dopo aver proceduto alla valutazione di tutte le posizioni, anche contrarie, espresse dalle amministrazioni coinvolte e da chiunque vi abbia interesse nell’ambito di una ben precisa e ineludibile fase istruttoria.

In parallelo, in un caso di rilievo, proprio per dissipare ogni preoccupazione su impatti ulteriori ambientali, anche potenziali, si è anche provveduto ad emettere un’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.) con un significativo numero di prescrizioni. Questo a riprova della forte e specifica attenzione del Ministero sulla problematica.

Va ricordato che il rilascio di un titolo di concessione di ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare rimane nella competenza istituzionale del Ministero dello Sviluppo economico. E' un atto conclusivo di un ben preciso e regolamentato iter amministrativo, nell’ambito del quale la VIA è solo una delle “condizioni” normativamente previste e presupposte.

La funzione principale del Ministero dell’Ambiente è perseguire lo scopo di tutela ambientale attraverso la puntuale applicazione della normativa di settore: funzione che, con i ministeri e le strutture tecniche preposte, continueremo a espletare applicando la normativa in materia di VIA.  Una valutazione di impatto ambientale molto rigorosa anche sul tema delle trivellazioni per la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi, prima di tutto orientata ad assicurare la massima sicurezza ambientale senza però precludere, ove siano prioritariamente attuate tutte le condizioni di sicurezza e le rigide prescrizioni previste, le prospettive di sviluppo.

Ricordo infine che proprio nell'ultimo Consiglio dei Ministri è stata adottata la direttiva europea che rende ancora più efficace, con una nuova autorità e ulteriori sanzioni, il sistema di sicurezza delle piattaforme in mare, su cui l'Italia è già all'avanguardia in quanto a tecnologie utilizzate ed efficienza dei controlli.

 


Ultimo aggiornamento 03.06.2015