di Gian Luca Galletti - Ministro dell’Ambiente
La collaborazione avviata sul programma di ricerche off-shore della Croazia rappresenta, al di là della “normale” applicazione di normative europee sui rapporti transfrontalieri, la concreta volontà di lavorare assieme per difendere un bene comune: il mar Adriatico.
Lavorare assieme nella consapevolezza che l’Adriatico è il più delicato e fragile ecosistema marino europeo peri suoi bassi fondali, per essere quasi un mare chiuso, per la intensa urbanizzazione delle coste, ma anche per la preziosità della sua biodiversità e l’unicità delle testimonianze storiche e culturali che conserva sulle sue sponde, a cominciare da quel miracolo del rapporto uomo-natura che è Venezia.
L'Italia, che in materia di ricerche di idrocarburi ha una delle normative più rigorose del mondo, parteciperà quindi attivamente alla valutazione ambientale strategica (VAS) sul piano di ricerca e sfruttamento di giacimenti nei fondali marini della Croazia. Abbiamo già richiesto alle Regioni e agli stakeholder qualificati, territoriali e nazionali, di produrre elementi e contributi di qualità da considerare per definire la posizione italiana che poi, entro il 4 maggio, trasmetteremo alle autorità di Zagabria.
Ho incontrato il 6 marzo scorso a Bruxelles il viceministro croato dell’Ambiente Dokoza e discutendo con lui della questione abbiamo verificato un’ampia intesa sull’opportunità di attendere la conclusione della procedura VAS prima di dar corso a definizioni contrattuali che saranno comunque integrate con le risultanze della valutazione ambientale.
E’ stato così avviato, a smentire i timori dei mesi e delle settimane scorse, un percorso di condivisione finalizzato alla tutela di questo nostro bellissimo e importantissimo Mar Adriatico.