di Gian Luca Galletti - Ministro dell’Ambiente
E’ stato di grande interesse il seminario che Confindustria ha svolto sui reati ambientali.
In quella sede ho tenuto a sottolineare come l’approvazione della normativa sui reati ambientali rappresenti una passo importante per la nostra civiltà giuridica e per il nostro paese.
Questo punto di partenza che dev’essere chiaro, perché non è un caso se di sanzione penale dei comportamenti nocivi per l’ambiente si parlava almeno da 20 anni in parlamento. E’ stato condotto a termine un percorso anche culturale che ha fatto il nostro paese e la sua classe dirigente. Un percorso di crescita che ha riguardato e riguarda anche il mondo imprenditoriale che fino a non molto tempo fa vedeva le normative ambientali come un ostacolo allo sviluppo.
In questi anni è maturata la consapevolezza che la difesa dell’ambiente non è un bene per alcuni ed un limite per altri, ma una risorsa “per” tutti e “di” tutti. E chi offende l’ambiente commette un crimine non solo contro il territorio e la comunità in cui attuano i comportamenti criminali, ma arreca un danno a tutti perché avvelena, deteriora, inquina una risorsa collettiva.
Io credo che la legge sugli ecoreati sia una legge profondamente etica che restituisce qualità alla politica e la rende interprete efficace di valori comuni e di esigenze di giustizia condivise.
Le preoccupazioni emerse dal mondo imprenditoriale sono legittime e saranno valutate anche durante la fase di rodaggio che la legge farà nel primo periodo di applicazione. Sarà cura del Governo e del Parlamento monitorare questo delicatissimo settore per tarare al meglio gli strumenti normativi.
Ciò di cui sono convinto è che questa legge è una garanzia forte, un alleato decisivo per le imprese, per le imprese che lavorano nella legalità, che sentono la responsabilità ambientale come parte integrante della loro missione sociale.
Queste imprese sono nostre alleate. Ed il fatto che Confindustria abbia avvertito l’esigenza di un confronto costruttivo su questo tema, sia a livello tecnico che politico, è il segnale più chiaro che stiamo dalla stessa parte.
La parte dell’Italia che difende le proprie risorse e il proprio territorio, crede nella legalità, e vuole affrontare nel modo migliore le sfide del futuro.