Progetti azione locale

PROGRAMMI DI AZIONE LOCALE DI LOTTA ALLA SICCITA’ E ALLA DESERTIFICAZIONE (PAL)
Sono strumenti che, attraverso l’applicazione di una metodologia condivisa con il supporto di un adeguato set di indicatori, individuano specifiche are del territorio regionale sensibili e/o a rischio desertificazione. Tali strumenti definiscono, inoltre, piani di azione specifici, relativi a comprensori, al fine della prevenzione, mitigazione e adattamento dei fenomeni di siccità e desertificazione, e forniscono indicazioni per la quantificazione del fabbisogno finanziario e l’individuazione delle fonti di finanziamento
 
“Valutazione dello stato di salinizzazione dei suoli e potenziale impatto sulla produzione primaria” 
2010
Coordinatore Progetto Regione Campania: dott. Luigi Rauci
Responsabile Progetto Regione Campania: dott.ssa M.R.Omaggio e sig.ra C.Mosella
Coordinatore Progetto AdB Liri –Garigliano- Volturno: dott.ssa Vera Corbelli
Responsabile del Progetto AdB Liri Garigliano Volturno: arch. M. Pagliaro
Gruppo di Lavoro AdB Liri Garigliano Volturno: prof. A.P. Leone, dott. L. Ferri, dott. G. Galietta, ing. L. La Rocca, dott.ssa M. Rubicondo
Area pilota: Area Basso Volturno
L’area di studio è l’area della piana campana adiacente alla costa tirrenica nell’area del basso corso del fiume Volturno e dei Regi Lagni. Tale area risulta essere caratterizzata da problemi fisico-ambientali e socio-economici rilevanti (rischio idraulico, erosione costiera, basso livello di qualità delle risorse idriche, subsidenza, degrado ambientale, degrado del sistema insediativi ecc.) la cui azione integrata determina processi di degrado che incidono sulla qualità e produttività dei suoli, sulla qualità e disponibilità della risorsa idrica, sulla qualità del sistema ambientale, sul sistema economico e sociale. Lo studio dell’area costituisce uno strumento conoscitivo sia dei fattori predisponesti e delle cause determinanti il processo di salinizzazione dei suoli, sia della definizione di tecniche di stima della portata del fenomeno e di individuazione di azioni e/o misure finalizzate alla mitigazione del processo in atto e alla corretta utilizzazione del suolo e delle acque. Le attività sono state realizzate attraverso una metodologia che associa tecniche “convenzionali”, basate sulla raccolta e messa a sistema dei dati derivanti da studi preesistenti e settoriali, aerofotogrammetria, cartografia, statistica tradizionale, a tecniche “innovative” basate sull’utilizzo della spettrometria ottico-riflessiva e di metodi avanzati di analisi statistica multivariata (pedometria), ricorrendo all’applicazione di modelli low-cost alternativi alle analisi convenzionali dei suoli.
“Programma di azione Locale di lotta alla siccità e alla desertificazione”
2010
Coordinamento delle attività: Regione Liguria –Dipartimento Ambiente -Settore Assetto del Territorio
Campionamenti del suolo e delle acque: Regione Liguria – Dipartimento Agricoltura, Turismo e Protezione Civile – Settore Servizi alle Imprese Agricole con il supporto operativo del Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale (C.A.A.R) e Laboratorio Regionale Analisi Terreni e Produzioni Vegetali di Sarzana.
Supporto tecnico-scientifico:Unità Tecnica Complessa - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure
Il PAL, elaborato dalla Regione Liguria, si inquadra nel contesto più generale delle attività regionali nel settore della lotta alla desertificazione, già emerse nella “prima individuazione delle aree vulnerabili alla desertificazione e relative misure di tutela ed interventi“ approvata con delibera di Giunta Regionale n. 605 del 25.05.2000. 
Area pilota: Piana terminale e costiera del Fiume Centa
L’area oggetto di studio corrisponde al settore costiero dell’acquifero, dove uno dei fattori di criticità più rilevanti è rappresentato dalla salinizzazione della falda per effetto dell’intrusione del cuneo salino. Nell’area campione, le maggiori problematiche si riscontrano allontanandosi dall’alveo del fiume, che costituisce la principale fonte di ricarica dell’acquifero, e sono principalmente dovute ad uno sfruttamento al limite della sostenibilità di alcuni settori dell’acquifero più distanti dalla zona principale di alimentazione, o comunque caratterizzati da una capacità di ricarica più limitata a causa della conformazione stratigrafica ed idrogeologica del settore settentrionale della piana.
Area pilota: Piana terminale e costiera del Fiume Magra
L’area pilota è rappresentata dal settore meridionale dell’acquifero della bassa Val di Magra, che rappresenta l’area a maggiore criticità per il fenomeno della salinizzazione della falda per effetto dell’intrusione del cuneo salino. Nel caso del fiume Magra, almeno per quello che riguarda gli ultimi chilometri del tratto terminale, fortemente alterati dalle ingentissime estrazioni di inerti nei decenni passati, il fiume stesso costituisce la principale direttrice di intrusione salina e le problematiche di salinizzazione diminuiscono progressivamente allontanandosi dall’alveo, pur con delle sostanziali differenze tra il settore prettamente focivo e quello posto più a monte. Lo studio, considerate le criticità rinvenute nelle due aree campioni, tenuto conto delle notevoli valenze ambientali, nonché delle pressioni antropiche che caratterizzano i territori in questione, al fine di contrastare il fenomeno di intrusione del cuneo salino e salinizzazione della falda, individua una serie di strategie di intervento che hanno necessariamente tenuto conto delle specifiche caratteristiche dei due acquiferi.
“ Rapporto delle metodologie e delle azioni di normalizzazione adottate ai fini della realizzazione del Programma di Azione Locale sulla lotta alla siccità e alla desertificazione”
2010
Coordinamento delle attività: Regione Toscana - Area di Coordinamento Tutela delle acque e del territorio – Direzione Generale delle Politiche Territoriali e Ambientali 
Supporto tecnico-scientifico:Consorzio LAMMA -Laboratorio di monitoraggio e modellistica per lo sviluppo sostenibile
Responsabile di progetto Consorzio LAMMA : Luca Angeli
Autori documento: Luca Angeli, Raffaella Ferrari, Roberto Costantini.
Il PAL della Regione Toscana vuole introdurre un nuovo approccio al fenomeno delle crisi idriche attraverso l’integrazione dei sistemi di conoscenza, quali il monitoraggio della risorsa idrica, con i modelli previsionali a breve e medio termine. Lo studio, attraverso la realizzazione di una cartografia, ha portato all’identificazione delle aree sensibili alla desertificazione dell’intero territorio regionale attraverso la Metodologia ESAs –Environmentally Sensitive Areas to desertification, opportunamente integrata ed adattata al contesto economico e geografico della regione. 
Area pilota: Bacino idrografico del Fiume Alberga
L’area pilota oggetto di studio è il bacino del fiume Alberga, che dal punto di vista territoriale, può essere suddiviso in due parti: a nord, Alta valle dell’Albenga e più a sud, Medio-bassa valle dell’Albenga. Le due zone presentano caratteristiche differenti soprattutto per quanto riguarda l’utilizzazione del suolo.L’area oggetto di studio sebbene non presenta valori altissimi dell’indice globale ESAI (Enviromental Sensitive Area Index), mostra alcune situazioni di criticità ambientali molto importanti, in particolare per quanto concerne la gestione delle risorse idriche. L’area è infatti caratterizzata da un’agricoltura di tipo intensivo che comporta elevati emungimenti idrici sia superficiali che sotterranei. 
La Regione Toscana, a partire dai dati esistenti e di quelli integrati e aggiornati, nel presente PAL si è posta come obiettivo la messa a regime di un Osservatorio nell’area pilota individuata. Il sistema di monitoraggio permette di fornire un supporto alle decisioni (governance) degli enti coinvolti nella gestione della risorsa idrica ricadenti nel bacino. La caratterizzazione delle aree del bacino sulla base della disponibilità idrica permette di conoscere il livello di equilibrio del sistema ambientale rispetto alla risorsa idrica. 
Il monitoraggio, e soprattutto, l’uso dei modelli ideologici che permettono di “proiettare” nel futuro i valori quali-quantitativi della risorsa, dà la possibilità di avere le informazioni necessarie per la gestione sostenibile delle risorse idriche, la quale si realizza attraverso lo sviluppo di piani di prevenzione, mitigazione ed adattamento in relazione agli eventi di siccità e con il controllo e la realizzazione degli emungimenti idrici e delle derivazioni superficiali.
Rosanna Bissoli,Emanuele Cimatti, Lucio Botarelli 
2009
Area campione: Valle del Lamone, scelta per le criticità nel bilancio idrico di bacino già da tempo evidenziate dall’Autorità dei Bacino Regionali Romagnoli. Il PAL si è focalizzato sull’uso improprio del territorio e della risorsa idrica in ambiti caratterizzati da fragilità climatica con fenomeni siccitosi crescenti, individuando, attraverso lo studio della dinamica dei fattori di criticità, i limiti dello sfruttamento del territorio secondo il principio della gestione sostenibile delle risorse idriche in agricoltura. Gli strumenti di analisi del territorio utilizzati sono il telerilevamento ad alta risoluzione geometrica e il modello di bilancio territoriale integrato Criteria Geo, confrontati con esperienze e conoscenze tecniche acquisite in ambito regionale.
Massimo Iannetta, Claudio Trotta
2008
Area pilota: Provincia di Foggia. L’area del Tavoliere costituisce un ecosistema fragile e molto sensibile alla desertificazione, perché particolarmente predisposto a subire fenomeni di degrado in funzione delle sue caratteristiche intrinseche e del livello di sfruttamento antropico. L’analisi dell’area pilota è stata effettuata riprendendo la suddivisione in Sistemi di Terre adottato dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della provincia di Foggia. Detti Sistemi sono:
  • Subappennino Dauno
  • Rilievi calcarei ed altopiani carsici del promontorio del Gargano
  • Tavoliere (alto e basso)
  • Terrazzi alluvionali dei fiumi Fortore e Ofanto
  • Fondovalli alluvionali
Pianure costiere
Coordinatore Progetto: Leandro D’Alessandro
Referente Regione Abruzzo: Ing. Angelo D’Eramo
Responsabile scientifico: Tommaso Piacentini
 
2007
Area prescelta: Bacino Idrografico del fiume Foro, selezionata sulla base della definizione preliminare delle aree sensibili alla desertificazione di tutto il territorio regionale, effettuata nella prima parte del progetto. Le analisi di maggiore dettaglio degli aspetti geologici, geomorfologici e della vegetazione, nonché i rilievi di campo effettuati per verificare la sensibilità alla desertificazione del territorio, hanno portato alla rielaborazione della Carta delle aree sensibili alla desertificazione del bacino idrografico del Fiume Foro (scala 1:250.000), tenendo conto della metodologia ESA, integrata con le analisi di dettaglio effettuate. Lo studio ha altresì individuato una serie di possibili interventi e/o misure mirati alla protezione del suolo, alla gestione sostenibile delle risorse idriche, alla riduzione dell’impatto delle attività produttive, al riequilibrio del territorio.
PAL Sardegna                                                                                                                                                     
Giuseppe Enne, Stefania Solinas, Claudio Caria,
Ivana Casu - Nucleo Ricerca Desertificazione   
Università degli Studi di Sassari
2008
Area oggetto del PAL: la Nurra, area relativa al bacino idrografico sotteso allo stagno costiero del Calich, situato in provincia di Sassari nella Sardegna nord-occidentale. Il bacino ricade nei comuni di Alghero, Ittiri, Olmedo, Putifigari, Sassari, Uri, Villanova Monteleone. In tale area si è verificato, nel corso del tempo, un fenomeno generalizzato di degrado ambientale dovuto all’esaurimento dei suoli agricoli, all’eccessivo sfruttamento delle falde idriche, all’eccessivo pascolamento e all’aumentata pressione antropica. Le azioni specifiche proposte sono valutate in coerenza con gli strumenti di pianificazione territoriali già esistenti.
PAL Calabria                                                                                                                                                      
Rossella Grasso, Ivana Minervino, Manuela Scarpelli  -
Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria
 
2008
Area di intervento: Bacino idrografico del fiume Esaro di Crotone, scelta sulla base dei dati esistenti e delle informazioni tratte dalla cartografia disponibile a livello regionale. Il territorio del bacino ricade, per la maggior parte, nel comune di Crotone e, in misura minore, nei comuni di Cutro e di Isola di Capo Rizzuto, si presenta con rilievi collinari i cui comprensori agricoli sono attualmente interessati da fenomeni erosivi non sostenibili.
Giovanni Quaranta, Rosanna Salvia, Marisa Bianchini -
Università degli Studi della Basilicata
2007
Area Pilota: Area Pit Montagna Materana, ossia l’area più interna della Basilicata, comprendente il versante collinare materano costituito dai territori delle Comunità Montane della Collina Materana, del Medio basento e dei comuni di Ferrandina e Salandra. La scelta di un’area PIT è stata dettata dal fatto che i Progetti Integrali Territoriali sono strumenti operanti sul territorio finalizzati ad uno sviluppo sostenibile. Lo studio analizza le principali problematiche ambientali ed in particolare individua le aree vulnerabili alla siccità e desertificazione. Definiti i principali fattori di rischio, sono state individuate due possibili strategie di mitigazione, l’una mirata al miglioramento della qualità del suolo, l’altra volta alla definizione di un modello di gestione del territorio coerente con l’esigenza di un uso sostenibile delle risorse naturali.
PAL Sicilia                                                                                                                                                        
Goffredo la Loggia Università di Palermo –
Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Applicazioni Ambientali
2007
 
Area Pilota : Pianura tra Marsala e la foce del Fiume Modione. L’area, individuata in base alla presenza di tipologie di fenomeni di desertificazione (in atto o potenziali) e alla disponibilità e accessibilità di dati primari e risultati di precedenti ricerche, è situata nella Sicilia occidentale, nel territorio della provincia di Trapani che va da Capo Lilibeo alla foce del fiume Modione, si estende nell’entroterra sino ad una quota di circa 130 metri s.l.m. e ricade nei territori comunali di Marsala, Petrosino, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Castelvetrano.
 
Giuseppe Rossi, Ignazio Alba, Leila Castiglione Università di Catania – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
 
Area di studio: bacino Imera Meridionale
L’area oggetto di studio è stata identificata nel bacino del fiume Imera meridionale e, in particolare, nella porzione valliva del bacino che corrisponde essenzialmente con il territorio del Comune di Licata. Le ricerche effettuate riguardano:
-          raccolta e analisi della documentazione esistente sul tema del rischio di siccità e desertificazione in Sicilia
-          descrizione area di studio individuata con analisi della vulnerabilità a siccità e desertificazione del bacino
-          analisi critica della situazione attuale nel territorio di Licata
 
 

Ultimo aggiornamento 18.05.2023