Galletti: azione comune contro erosione coste”. Convegno al Ministero su Linee Guida

Velo: emergenza ambientale ed economica

Roma 29 apr - “Sull'erosione costiera dobbiamo fare sistema, perché nessuno può risolvere le cose da solo. Auspico che si vada in questa direzione e che dal tavolo nazionale scaturiscano delle linee guida vere, che possano tradursi in azioni comuni, concrete, attuabili”. Lo ha detto oggi il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo al convegno “Gestione dell'erosione costiera: Linee guida nazionali e primi risultati”, che si è tenuto al ministero. 

“Il problema dell' erosione delle coste – ha osservato il ministro - è causato sia dal boom edilizio sia dai cambiamenti climatici. E di questo dobbiamo tenerne conto perché é un fenomeno che ha importanti effetti sull' Italia''.

Galletti ha evidenziato che si é ''cominciato a intervenire sull'erosione costiera anche con fondi legati al dissesto idrogeologico. E nel Collegato ambientale c'é una norma sui dragaggi nei porti che potrebbe offrire un contributo''.

Inoltre, come ha ricordato lo stesso ministro, studi effettuati nel 2006 dal ministero dell'Ambiente certificano che lungo la penisola italiana circa 540 km di tratti di costa sono a rischio di erosione e che “tra il 1960 e il 2000 si stima che la costa nazionale abbia subìto, lungo tratti di circa 1600 chilometri, un arretramento di 70 chilometri quadrati”. Inoltre, nello stesso periodo, “lungo tratti di costa di 1400 km, si é registrato un avanzamento di 55 kmq. Il saldo é evidentemente negativo, anche perché non tiene conto di un altro elemento preoccupante, cioè il forte arretramento che ha subìto il delta del fiume Po, pari a 25 kmq lungo un tratto complessivo di 32 km, cosa che  testimonia la pesante perdita di sedimenti avvenuta dall' inizio del boom edilizio ed economico del Paese, a partire dagli anni '60''.

Il ministro ha concluso il suo intervento affermando che nessuno può risolvere da solo questi problemi: né le Regioni né i Comuni. Ma “solo insieme possiamo farcela e, grazie a questo tavolo, possiamo ‘fare sistema’”.

Il sottosegretario Velo ha notato che “l’erosione costiera è un'emergenza sia ambientale che economica: la risorsa 'mare' va tutelata. Il ministero dell' Ambiente é in prima linea per la difesa delle nostre coste dall'erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, ''in due anni - ha continuato Velo - abbiamo svolto uno straordinario lavoro che ha portato alla recente firma di un protocollo d'intesa con le Regioni rivierasche per arrivare alla stesura delle ‘Linee guida nazionali’ per combattere l'erosione. Inoltre, abbiamo costituito il Tavolo nazionale sull'erosione costiera: un'esperienza che mette insieme le istituzioni e il mondo della ricerca scientifica con il compito di individuare azioni comuni e omogenee per una corretta gestione della fascia costiera a livello nazionale. Novità anche sul fronte del ripascimento delle coste, con le modifiche normative che abbiamo recentemente introdotto in materia di dragaggi, rendendo più efficienti le procedure per il riuso dei sedimenti dragati”.

Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, i direttori generali del ministero dell’Ambiente Maria Carmela Giarratano e Gaia Checcucci, il presidente dell’Ispra, Bernardo De Bernardinis, il direttore generale Stefano La Porta e l’assessore alla difesa dell’ambiente della Sardegna, Donatella Spano, in rappresentanza delle Regioni.

Il direttore generale per la protezione della natura e del mare, Maria Carmela Giarratano, ha sottolineato l’importanza di istituire un tavolo nazionale sull’erosione costiera per fare sinergia tra le politiche di tutela del mare e di difesa delle acque interne. “Il tavolo – ha osservato – è la conferma degli impegni presi con la ‘Marine Strategy’ e con il Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo, firmato nel 2008, che ha l’obiettivo di promuovere un processo dinamico per la gestione delle zone costiere, tenendo conto della fragilità degli ecosistemi e dei paesaggi. Grazie al tavolo, si  focalizzerà l’attenzione sulle aree marine protette maggiormente interessate al problema del dissesto della costa, anche per elaborare progetti di infrastrutture verdi”.

Gaia Checcucci, direttore generale per la Salvaguardia del territorio e delle acque, ha dichiarato: “Grazie alla nuova cornice normativa contenuta nel Collegato ambientale, e prima nello Sblocca Italia, abbiamo a disposizione strumenti importanti come le misure integrate ovvero quelle dedicate alla tutela del territorio e alla difesa del suolo. Un esempio sono le infrastrutture green che avranno un grande rilievo e saranno privilegiate anche dal punto di vista dei finanziamenti all’interno dei piani di gestione del rischio alluvioni. Inoltre, con il perfezionamento del Geoportale nazionale ci dotiamo finalmente di un sistema di controllo altamente tecnologico per il monitoraggio degli interventi”.


Ultimo aggiornamento 10.05.2016