Riconoscimento del sito “Delta Po” come Riserva della Biosfera nella Rete Mondiale del Programma intergovernativo “Uomo e Biosfera”

Man and the Biosphere, MAB dell’UNESCO. Rovigo 18 gennaio 2016 - Discorso Gian Luca Galletti - ministro dell'Ambiente 
L’inserimento da parte dell’Unesco del Delta Po nella Rete Mondiale delle Riserve del Programma “Uomo e Biosfera” è un riconoscimento che legittimamente inorgoglisce l’Italia e in particolar modo questo territorio. Qui valori storici, culturali e ambientali articolati e pregiatissimi si sommano a una moderna impostazione della gestione e valorizzazione delle aree di maggiore rilevanza ecologica. Aree che oggi rappresentano non solo una risorsa naturale da tutelare, ma anche un potente motore di sviluppo sostenibile.

Ed il merito di questo risultato - che l’UNESCO ha certificato con il suo riconoscimento in ambito mondiale, assegnato anche per la loro capacità di far dialogare conservazione di valori naturali e sviluppo socio-economico - è in particolar modo dei Parchi regionali del Delta Po Veneto ed Emilia Romagna, delle istituzioni locali, dei tanti soggetti che al raggiungimento di questo obiettivo hanno collaborato. Infatti è stato grazie alla straordinaria partecipazione dei cittadini, degli stakeholder, dei sindaci, dei Presidenti delle Regioni, Emilia Romagna e Veneto, che questo progetto, inizialmente interregionale, si è potuto e voluto trasformare in un riconoscimento internazionale. Grazie questo grande coinvolgimento, alla coesione che le comunità del Delta hanno mostrato in vista dell’obiettivo che oggi la Riserva MAB-Unesco, comprende complessivamente un territorio di circa 140.000 ettari che abbraccia le Province di Rovigo e Ferrara, e comprende il territorio di 16 comuni.

Un grande lavoro di squadra per consentire un ulteriore, prestigiosissimo titolo di valorizzazione per un territorio che ha una straordinaria ricchezza di ambienti naturali e paesaggi, un patrimonio di valori sia ambientali che culturali e di buone pratiche di gestione, e rappresenta un vero giacimento di biodiversità. In questo ambito hanno avuto un peso particolare i connotati storici, le pratiche antiche che si sono tramandate nei secoli e che rappresentano elemento caratterizzante dell’uso sostenibile delle aree del delta, sospese fra terra e mare, confine delicato e pregiatissimo fra ecosistemi di enorme valore. Gli elementi che attribuiscono assoluto valore e prestigio alla neo Riserva sono le attività di allevamento ittico e molluschicoltura derivate da una gestione millenaria che ha contribuito alla conservazione di un habitat peculiare nel Mediterraneo, e alla difesa prima, oggi alla valorizzazione e promozione di produzioni alimentari di qualità certificata. Il riconoscimento Unesco ci assegna anche nuove responsabilità per affrontare le quali però stiamo, soprattutto state, lavorando da tempo.

Così nel 2013 è stato firmato un Protocollo d’intesa tra tutti i soggetti coinvolti nella gestione delle aree incluse nella Riserva del Delta del Po: Enti Parco, Regioni, Province di Rovigo e Ferrara, Autorità di bacino del fiume Po e Autorità di distretto idrografico, tutti i Comuni interessati, Università e Fondazioni, consorzi. Il protocollo ha previsto l’istituzione di un gruppo di coordinamento con il compito di omogeneizzare i piani e programmi esistenti sul territorio proprio in ottica MAB e predispone un unico piano di azione per l’intera area. Far parte della Rete delle Riserve della Biosfera infatti muta la cornice di riferimento delle aree protette, promuovendo una programmazione territoriale in grado di veicolare le occasioni di sviluppo anche al di fuori delle aree esterne di un parco o di un sito protetto, e di mettere a sistema l’esperienza e la partecipazione a network internazionali (Rete Mondiale Riserve della Biosfera).

Inoltre l’ingresso nel circuito UNESCO inserisce il Delta del Po all’interno di un processo che può definirsi di “internazionalizzazione delle aree protette” innescando: maggiore visibilità del territorio e dei suoi elementi caratterizzanti; accesso a finanziamenti comunitari ed internazionali, e a fondi privati; implementazione delle politiche territoriali in termini di turismo, ricerca, conservazione con la messa in rete a livello regionale e mondiale mediante lo scambio di best practice e l’importazione di casi di successo. Naturalmente si tratta di un successo che si inserisce come ulteriore importante step di un lavoro costante ed efficace nel tempo, volto alla salvaguardia e alla promozione delle risorse ambientali e culturali che valorizzano questa terra.

E’ la prova della validità delle scelte ambientali e gestionali prese e del buon esito dell’ impegno di cooperazione di persone e soggetti che hanno saputo trovare punti di confronto e condivisione di obiettivi attorno a questo progetto. E’ un considerevole traguardo di un percorso lento e coordinato ma anche l’inizio di una nuova avventura che ha come obiettivo l’equilibrio duraturo e virtuoso tra l’esigenza di conservare la diversità biologica del Delta e di salvaguardare i valori storici e culturali che ad esso sono associati, l’opportunità di fare della risorsa ambientale uno fattore di promozione lo sviluppo economico sostenibile.

E aggiungo che a dicembre il ministero dell'Ambiente ha partecipato a un'iniziativa del responsabile del programma Mab, perché l'Unesco sta promuovendo un'azione per istituire un marchio internazionale per i prodotti che si realizzano nelle riserve Mab. Stiamo lavorando a questa specie di "bollino di qualità" per i prodotti, che mette insieme l'eccellenza del territorio e della natura con la valorizzazione delle attività umane. Con Expo – e concludo - abbiamo fatto conoscere al mondo la straordinaria qualità e varietà del nostro patrimonio naturale, presentandolo alla comunità internazionale e dimostrando che la biodiversità è un valore inestimabile. Dobbiamo continuare a ragionare su questo modello: i beni ambientali possono e devono diventare sempre più volàno di sviluppo sociale ed economico, accoppiando tutela e valorizzazione, mantenimento degli habitat e dei paesaggi e rendendoli strumenti di crescita, anche occupazionale, dei territori e del Paese. Ecco la nostra grande sfida. Allargare la proposta ambientale del sistema Paese. Oggi quindi festeggiamo con orgoglio, da domani di nuovo a lavoro per questa bellissima terra.


Ultimo aggiornamento 27.01.2016