Rifiuti: Carabinieri del NOE di Udine sequestrano aree di stoccaggio abusivo in industria di carpenteria metallica a Monfalcone, 1 denuncia

Udine, 29 maggio 2020 - Prosegue senza sosta lo stringente controllo del territorio in materia ambientale del NOE Carabinieri di Udine, con riguardo soprattutto alla gestione dei rifiuti da parte delle aziende locali. Nei giorni scorsi i militari del NOE hanno eseguito approfonditi controlli all’interno di un’importante realtà industriale operante nel settore della carpenteria metallica pesante presso lo stabilimento di Monfalcone, accertando diverse gravi irregolarità in materia ambientale.

Le verifiche del NOE Carabinieri di Udine hanno portato ad appurare come l’azienda avesse stoccato in aree non autorizzate ingenti quantità di rifiuti costituiti da 1.500 tonnellate di rottami ferrosi e 30 tonnellate di imballaggi in legno. I rifiuti erano depositati sulla nuda terra di un piazzale di circa 2.000 metri quadri e movimentati con una macchina operatrice  “ragno”.

Inoltre, i militari del NOE hanno verificato l’assenza di autorizzazione allo scarico di acque demineralizzate su un altro piazzale di circa 300 metri quadri e l’esistenza di un impianto di osmosi anch’esso privo di autorizzazione.

Infine, sempre nel corso dei controlli, i Carabinieri hanno sorpreso un operaio di altra ditta che in quel momento, su un’area non autorizzata, stava provvedendo alla riduzione volumetrica di rottami metallici, tagliandoli mediante l’utilizzo di una fiamma ossidrica.

Ad esito della complessa attività, i Carabinieri del NOE di Udine hanno posto in sequestro l’impianto di osmosi, i due piazzali con tutti i rifiuti stoccati abusivamente del peso totale di oltre 1.500 tonnellate e il mezzo utilizzato per la loro movimentazione.

Infine, l’attività del NOE di Udine ha portato alla denuncia a piede libero nei confronti del direttore dello stabilimento e alla relativa sanzione amministrativa nei confronti dell’azienda, la quale in futuro sarà anche chiamata al corretto smaltimento dei rifiuti, al ripristino dello stato dei luoghi ed alla regolarizzazione dal punto di vista autorizzativo.

L’intera attività è stata trasmessa alla Procura della Repubblica di Gorizia che ha assunto il coordinamento delle indagini.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento 29.05.2020