Contesto Europeo

Il processo politico che ha portato all’adozione della nuova comunicazione europea sull’economia circolare parte nel 2011. A seguito del lancio dell’iniziativa faro della strategia Europa 2020 per "un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse", viene costituita la piattaforma multisettoriale e trasversale EREP - European Resource Efficiency Platform, per fornire una guida di alto livello alla Commissione europea e agli attori privati per la definizione di azioni comuni. L’obiettivo è mobilitare finanziamenti sia pubblici che privati volti a promuovere modelli di business eco-efficiente accanto a scelte eco-sostenibili da parte dei consumatori.

La Piattaforma ha delineato un quadro di possibili interventi in diversi settori (tra cui cambiamenti climatici, energia, trasporti, ricerca e innovazione ambientale) capaci di creare opportunità economiche per migliorare la produttività delle risorse, favorire una maggiore tutela ambientale, promuovere l’occupazione verde, ridurre i costi e rafforzare la competitività delle imprese europee.

È in tale contesto che la Commissione presenta luglio del 2014 la prima comunicazione sull’economia circolare volta a indicare come da un uso più efficiente delle risorse possano derivare nuove opportunità di crescita e occupazione. Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra PIL e consumo di materie prime, proponendo di individuare nell'aumento del 30% di tale produttività entro il 2030 un possibile obiettivo da inserire nella prossima revisione della strategia Europa 2020.

Queste iniziative sono accompagnate da altre importanti comunicazioni relative all' occupazione verde, alle PMI “verdi” e alle opportunità nel settore edilizio.

Tenuto conto anche delle proposte contenute nel primo pacchetto sull’economia circolare, la Presidenza italiana dell’Unione Europea ha impostato il proprio Programma sui temi della crescita e dell’occupazione verdi. Il Consiglio informale congiunto dei Ministri dell’Ambiente e del Lavoro dell’Unione europea tenutosi a Milano il 16 e 17 luglio 2014 ed il successivo Consiglio dei Ministri europei dell’Ambiente tenutosi il 28 ottobre 2014 hanno poi confermato come l’uso efficiente e sostenibile delle risorse naturali e l’economia circolare siano fattori chiave per il raggiungimento di benefici ambientali, occupazionali e sociali, oltre che economici, nell’ottica di una crescita verde ed inclusiva.

Nel mese di dicembre 2014 la Commissione ha ritirato la sua proposta legislativa per la revisione della normativa sui rifiuti, che costituiva parte integrante del precedente pacchetto per l’economia circolare, per sostituirla, entro la fine del 2015, con un’iniziativa più sistemica volta al superamento dell’attuale modello “prendi, usa, consuma e getta”.

Per elaborare il nuovo pacchetto, la Commissione europea ha organizzato delle consultazioni pubbliche e nel mese di giugno 2015 una Conferenza degli Stakeholder per raccogliere suggerimenti e idee su come tradurre in azioni concrete i principi dell’economia circolare. Contestualmente il Ministero dell’Ambiente ha attivato un indirizzo e-mail dedicato a ricevere le osservazioni e le proposte nazionali in tema di economia circolare.

Nel settembre del 2015 l’Esecutivo comunitario ha indicato tra le questioni chiave per rilanciare l'occupazione, la crescita e gli investimenti, la presentazione del nuovo pacchetto sull'economia circolare per massimizzare l'efficacia nell'uso delle risorse e la proposta di revisione della Strategia EU 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (riflessione che sarà legata agli obiettivi globali di sviluppo sostenibile).

L’importanza del passaggio all’economia circolare quale fattore di competitività è stata definitivamente confermata dalla Commissione Europea nell’Analisi Annuale sulla Crescita 2016 adottata il 26 novembre 2015.

Nel documento – che definisce le priorità economiche e sociali dell’UE all’interno del processo di coordinamento delle politiche economiche degli Stati Membri (il “semestre europeo”) per la prima volta viene fatto un chiaro riferimento, tra le azioni da adottare a livello di Stato Membro per “migliorare ulteriormente il mercato di prodotti e servizi e l'ambiente imprenditoriale”, alla necessità di intervenire per rendere più sostenibile l’uso efficiente delle risorse e per favorire il passaggio ad un’economia più circolare.

Attraverso questo nuovo approccio che mira a preservare e mantenere il valore di prodotti, materiali e risorse nell'economia il più a lungo possibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti si contribuirà a stimolare gli investimenti, generando vantaggi per l’economia, l’ambiente e l’occupazione.

I Paesi bassi hanno posto il tema dell'economia circolare al centro della loro Presidenza del Consiglio dell'Unione europea nel primo semestre del 2016 e, a partire da gennaio, hanno avviato l’esame del pacchetto europeo sull’economia circolare, trattando in maniera separata la revisione della legislazione sui rifiuti e l’analisi delle altre azioni del piano.

In data 20 giugno 2016 il Consiglio dei Ministri europei dell’Ambiente ha adottato le conclusioni sul piano europeo per l’economia circolare. Tali conclusioni mirano a fornire degli orientamenti politici per un impegno a lungo termine che coinvolga diverse politiche dell’Unione e tutti i livelli di governo degli Stati membri.

 


Ultimo aggiornamento 28.07.2021