PNIEC: Pichetto, è percorso realistico al 2030, ora confronto nazionale e con Ue

PNIEC: Pichetto, è percorso realistico al 2030, ora confronto nazionale e con Ue

Il Ministro all’Ecoforum della Legambiente parla anche dei prossimi provvedimenti MASE: “Entro luglio ok a decreto aree idonee, c’è punto di mediazione”.

Roma, 4 luglio –  “Abbiamo inviato a Bruxelles la sintesi di presentazione del PNIEC, mentre il documento è in una fase di drafting e siamo in dirittura d’arrivo. Tracciamo un percorso realistico al 2030, sapendo che il fronte energetico è la base del cambiamento ambientale”. Lo ha detto, intervenendo al X Ecoforum della Legambiente a Roma, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto. “Questa – ha ricordato il Ministro – è una proposta, il testo conclusivo arriverà a giugno del prossimo anno: ora si apre il confronto sul documento a livello nazionale oltre che con le istituzioni europee, anche per farlo evolvere”.

Su un tema affrontato dal Piano, cioè le autorizzazioni per gli impianti di energia rinnovabile, Pichetto ha ricordato che “non si tratta di essere meno rigorosi, ma di evitare troppi passaggi che rischiano di vanificare tutto: abbiamo procedure iniziate venti anni fa che al momento dell’autorizzazione rischiano di avere già tecnologie fuori uso”. “Servono – ha osservato il Ministro – tempi giusti e ragionevoli per dare risposte. Per questo ho raddoppiato il numero dei membri delle commissioni di valutazione”.

Il Ministro Pichetto ha anche fatto il punto sui prossimi provvedimenti del MASE, tra cui il decreto per l’individuazione delle aree idonee a ospitare impianti rinnovabili: “Abbiamo trovato un punto di convergenza con i Ministri della Cultura e dell’Agricoltura – ha detto Pichetto – su un testo di mediazione, che si tradurrà dopo il confronto con le Regioni in un decreto di indirizzo, da declinare a livello regionale”. “Serve - ha aggiunto – un meccanismo di incentivo alle Regioni, perché altrimenti si rischia una situazione a macchia di leopardo”.

hetto è anche tornato sul tema della direttiva imballaggi, ribadendo che l’Italia, “da prima della classe sul riciclo, ritiene senza senso uniformare le regole verso il basso, con posizioni dogmatiche che si basano su una conoscenza della realtà molto più arretrata della nostra”.


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