PNRR e forestazione, il “question and answer” del Ministero.

Cosa prevedeva il target del PNRR per l’anno 2022 sulla forestazione urbana?

L’obiettivo da raggiungere era la messa a dimora di un milione e 650 mila di unità di specie arboree e arbustive.

L’obiettivo è stato raggiunto?

È stato anche superato. A fronte delle 1,6 milioni previste, sono state 2.025.170 le unità arboree e arbustive messe a dimora. Di queste, un milione e settecentomila sono piante e la restante parte in germinazione.

Chi sono i soggetti attuatori/beneficiari di questo primo intervento?

I progetti approvati riguardano undici città metropolitane: Bari, Cagliari, Catania, Genova, Messina, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.

Come è stata realizzata l’attività?

In due modi. Sia attraverso la messa a dimora nel terreno delle piantine, che mediante la posa di semi o piantine in ambiente protetto vivaistico per garantire la germinazione e la prima crescita di piante autoctone (“planting”). In questo secondo caso, l’azione è da considerarsi fase iniziale di coltivazione, prevista per cinque anni, con l’impegno al successivo spostamento nelle aree individuate dalle Città metropolitane (il “transplanting”).

Non c’è differenza tra mettere una pianta in città, in un vivaio o posare un seme?

Dal punto di vista scientifico, la messa a dimora in vivaio è senza alcun dubbio un’attività di “planting”. Il “Piano di Forestazione urbana ed extraurbana” prevede esplicitamente la messa a dimora di materiale vivaistico, tra cui rientrano a pieno titolo i semi, tra le fasi necessarie per realizzare nuovi boschi e foreste. L’approccio della letteratura scientifica internazionale indica che la fase di “planting” si realizza anche attraverso l’impianto di semi e si completa con lo svolgimento di attività pluriennali di manutenzione e cure della coltura.

Come è stato stabilito di lasciare una specie nel vivaio o di portarla in città?

L’esigenza primaria è mettere a dimora e far crescere soltanto alberi e arbusti autoctoni, coerenti con le condizioni ecologiche e genetiche delle diverse aree. Un’interpretazione confermata anche dai Servizi della Commissione europea. C’è poi il tema della siccità che coinvolge da ormai più di un anno tutta l’Italia, rendendo ancora più complesso il rispetto di alcuni requisiti del Piano di Forestazione come la stagionalità delle piantumazioni. Far crescere le piante in ambito protetto vivaistico è da considerarsi la soluzione più idonea a soddisfare gli obiettivi del PNRR, per l’efficacia che può avere a lungo termine sull’effettivo intervento di forestazione urbana.

E perché scegliere un seme invece di una pianta?

Il vantaggio è duplice: si assicura l’autoctonia e la biodiversità necessarie al buon esito degli interventi di imboschimento, come prescritto dal “Piano di Forestazione urbana ed extraurbana” e si massimizza la probabilità di germinazione delle stesse piantine, prevenendo il rischio di fallanze durante la fase di crescita.

La Commissione europea si è espressa su questa eventualità?

In una comunicazione trasmessa al Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Commissione, proprio nell’ambito dell’attività di planting, specifica che “(…) le evidenze possono riferirsi piuttosto ai semi piantati nei vivai (invece che agli alberi già piantati nelle aree metropolitane) e anche alla destinazione finale piuttosto che alla posizione attuale (…)”. Questa puntualizzazione conferma indiscutibilmente la bontà della linea interpretativa del Ministero e delle modalità tecniche-scientifiche portate avanti.

Come sono state scelte le specie?

La selezione è stata effettuata alla luce di specifici parametri ecologici e biogeografici, per garantire materiale di propagazione forestale autoctono e garantire la conseguente formazione di “boschi affermati”. L’interpretazione è stata validata dalla Cabina di Regìa del Piano di Forestazione, che oltre al Ministero ha tra i suoi rappresentanti l’Arma dei Carabinieri (Comando Unità forestali ambientali e agroalimentari – CUFA), l’ISPRA, l’ISTAT, Il Centro Universitario di Ricerca “biodiversità, servizi ecosistemici e sostenibilità” (CIRBISES) de “La Sapienza” di Roma. Sono complessivamente 136 le specie diffuse in questa prima fase.

Ma è vero che sono state trovate piantine messe a dimora già secche?

Le piante secche riscontrate dalla Corte dei Conti riguardano progetti non finanziati con risorse PNRR. Su tutti i progetti del Piano c’è una costante e puntuale verifica dello stato di salute, essendo peraltro previste spese di manutenzione dall’impianto e la sostituzione in caso di fallanze.

Rischiamo di perdere i fondi PNRR per la forestazione?

No, perché il target è stato pienamente superato.

Come prosegue adesso il percorso dell’investimento?

Il nuovo avviso è di imminente uscita. Accogliendo il suggerimento proveniente da ANCI e Città Metropolitane, sarà pubblicato un unico avviso relativo alle annualità 2023 e 2024, per superare il target finale di oltre 6,6 milioni di unità arboree e arbustive.


Ultimo aggiornamento 04.05.2023