Il Ministro Galletti alla presentazione del calendario CITES

Forte impegno anti-bracconaggio e a salvaguardia della biodiversità.

Il discorso integrale del ministro

Il Calendario Cites è una tradizione che prosegue da anni e mi fa piacere che i Carabinieri abbiamo raccolto con passione il testimone di una consuetudine virtuosa dando alle stampa l’edizione 2018.

E colgo questa occasione per ringraziare il servizio Cites del Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dell’arma guidata dal Generale Antonio Ricciardi. Come avevamo previsto, la nuova grande polizia ambientale nata dall’integrazione della Forestale e delle sue competenze nell’Arma dei Carabinieri si sta rivelando un presidio essenziale per il patrimonio naturale e per il territorio e, quindi, una grande risorsa professionale per il nostro paese.

In campo ambientale siamo in presenza di gravi attività illecite, peraltro crescenti. Molte specie protette, sia animali che vegetali, sono oggetto di traffico illegale. Una valutazione precisa del volume dei profitti per le organizzazioni criminali è molto difficile: le stime più affidabili quantificano i profitti tra gli 8 ed i 20 miliardi di euro annui.

Il traffico di specie selvatiche è diventato una delle attività criminali più redditizie in tutto il mondo, con effetti devastanti per la biodiversità ed un impatto altrettanto negativo sui paesi coinvolti, anche a causa dei suoi stretti legami con la corruzione sia nei paesi di origine che di destinazione dei prodotti. In particolare, in alcune regioni dell'Africa, ha un impatto fortemente negativo sullo sviluppo economico e alimenta i conflitti regionali, in quanto garantisce una proficua fonte di finanziamento alle milizie ed ai gruppi terroristici.

Il nostro paese è in prima linea in questo impegno ed ha già messo in campo iniziative coerenti. Mi riferisco in primo luogo al piano anti bracconaggio approvato il 30 marzo scorso dalla Conferenza Stato Regioni. Si tratta di  una necessaria e concreta risposta al preoccupante fenomeno del bracconaggio ai danni degli uccelli selvatici, anche tenuto conto degli impegni assunti in sede comunitaria ed internazionale.

Con il Piano abbiamo delineato le azioni che Ministeri, Regioni, Organi di vigilanza, ISPRA e portatori d’interesse si impegnano ad attuare per il contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici e più in generale il patrimonio faunistico. Il Piano è articolato in 32 azioni, ripartite in cinque aree di intervento:

  • contrasto diretto,
  • contrasto indiretto,
  • prevenzione,
  • monitoraggio,
  • cabina di regia.

Particolare rilevanza assumono l’impegno a un maggiore coordinamento degli interventi, il rafforzamento dei controlli da parte dei Carabinieri Forestali e dei Corpi di Polizia Provinciali, un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Esiste una contiguità fra crimini contro la biodiversitù e criminalità organizzata. Gli atti illeciti contro la fauna selvatica trovano infatti un terreno di coltura favorevole dove più debole è il senso dello Stato e l’illegalità è diffusa. Per questo, nelle parti del Paese dove le organizzazioni malavitose sono forti e radicate, il contrasto degli illeciti è più difficile e deve essere intensificato.

È molto probabile che anche i commerci clandestini di uccelli siano in larga misura sotto il controllo delle mafie: indagini condotte a livello internazionale hanno consentito di accertare come il traffico di animali rappresenti una delle prime fonti di finanziamento delle organizzazioni criminali, insieme alla prostituzione e al traffico delle armi e della droga.

Anche alcune forme di prelievo illegale di uccelli selvatici non gestite dalla criminalità organizzata risultano particolarmente remunerative. Il facile guadagno è diventato ormai la principale motivazione per cui si catturano grandi quantità di piccoli uccelli migratori nelle Prealpi bergamasche e bresciane e nel sud della Sardegna. Gli uccelli, prelevati con poca fatica e in breve tempo, vengono venduti ai ristoratori per cifre molto alte. Altrettanto remunerativa è la cattura degli uccelli destinati ad essere utilizzati come richiami vivi.

In questo caso la geografia degli illeciti è più articolata: la cattura e la vendita illegale di richiami vivi è stata accertata in diversi contesti regionali, soprattutto nel centro-nord.

Con il piano anti-bracconaggio crediamo di aver dato agli uomini del generale Ricciardi uno strumento più completo ed efficace che va letto in coordinamento con il complesso delle normative ambientali che, specie sotto il profilo della tutela penale, hanno subito in questa legislatura una forte accelerazione.  

La presentazione di questo calendario peraltro giunge all’indomani dell’approvazione da parte del consiglio dei ministri del provvedimento che adegua la normativa nazionale alle disposizioni europee sulle “specie esotiche invasive”.

Si tratta di una misura importante per fermare un  fenomeno allarmante sotto profilo ambientale ed economico, che rappresenta una delle principali cause di perdita di biodiversità in Italia, come nel resto del mondo.

Una specie invasiva può pregiudicare la natura italiana, che è unica in Europa per varietà di specie animali e vegetali, recando danni anche alla nostra economia, se è vero che uno dei nostri asset più preziosi di sviluppo è proprio il Capitale Naturale.

Le specie aliene invasive sono quegli animali e piante originarie di altre regioni geografiche, introdotte volontariamente o accidentalmente nel nostro ambiente naturale, che insediandosi alterano gli ecosistemi rappresentando una minaccia per l’ambiente.

Il regolamento approvato configura un insieme di azioni fondamentali: da quelle di prevenzione ai controlli, dalla sorveglianza alle sanzioni. Contiamo così di contenere una realtà molto allarmante.

Il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri è strettamente connesso con l’obiettivo della convenzione CITES cui è dedicato il calendario: la tutela delle specie protette e della loro gestione sul nostro territorio.

Stiamo, insomma, lavorando, anche grazie allo straordinario impegno dell’Arma, per difendere lo straordinario ambiente e la biodiversità italiana.

C’è ancora certamente molto lavoro da fare sia a livello normativo e regolamentare, nazionale ed europeo, sia in termini di repressione dei traffici illeciti di specie protette, sia in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un tema di grandissima valenza ambientale.

C’è molto da fare ma stiamo facendo moltissimo.

Benvenuto al Calendario Cites 2018 e grazie ancora ai Carabinieri da parte di tutti noi italiani.

 

 

 


Ultimo aggiornamento 18.01.2018