Newsletter n.12/2022 - L'allarme delle Nazioni Unite: siccità e desertificazione sono in aumento

A livello globale circa 500 milioni di persone vivono in aree di grave deterioramento. In Italia circa il 28% del territorio presenta segni evidenti di vulnerabilità

Roma, 21 giugno 2022 - La piaga della siccità sta aumentando a livello globale dal 2000 e colpisce circa 55 milioni di persone ogni anno. Entro il 2050, le zone aride potrebbero coprire tra il 50 e il 60% di tutta la terra, con circa tre quarti della popolazione mondiale che vive in condizioni di grave scarsità d'acqua. Questo quanto emerge dall'ultimo rapporto “Drought in Number”s dell'UNCCD, pubblicato l'11 maggio scorso, in occasione della 15° sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD COP15), che invita a un impegno globale pieno, con una priorità assoluta per la preparazione di azioni per contrastare la siccità in tutte le regioni del mondo.

In vista della Giornata mondiale della desertificazione e della siccità che si è celebrata lo scorso 17 giugno, l'UNCCD ha lanciato “Droughtland”, una campagna di sensibilizzazione pubblica con una nazione immaginaria colpita dalla siccità, per mostrare soluzioni e mobilitare un'azione globale per aumentare la resilienza alla siccità (https://droughtland.com).

La siccità è uno dei disastri naturali più distruttivi, poiché causa impatti severi quali perdite di raccolti su vasta scala, incendi e stress idrico. Esacerbata dal degrado del suolo e dai cambiamenti climatici, la siccità sta aumentando con ritmi crescenti. Anche l’Italia è colpita da questo fenomeno: in circa il 28% del territorio, principalmente nelle regioni meridionali, dove le condizioni meteoclimatiche contribuiscono fortemente all’aumento del degrado e quindi alla vulnerabilità alla desertificazione a causa della perdita di qualità degli habitat, l’erosione del suolo, la frammentazione del territorio, la densità delle coperture artificiali, con significativi peggioramenti anche in aree del nord, come in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna.

Il Ministero della Transizione Ecologica è impegnato nel raggiungimento degli obiettivi di Land Degradation Neutrality e ha portato il proprio contributo alla COP 15 tenutasi ad Abidjan (Costa d’Avorio) dal 9 al 20 maggio 2022, con la delegazione italiana, composta oltre che dai rappresentanti del MiTE anche da esperti del MAECI, di ISPRA e dell’AICS.

La 15° Conferenza delle Parti della UNCCD ha riunito le delegazioni di 197 paesi, scienziati e rappresentanti dei governi nazionali e locali, organizzazioni non-governative, esperti del settore privato, dell’industria, donne, giovani, giornalisti, che hanno portato la loro esperienza, e concordato le soluzioni più efficaci per guidare il progresso nella futura gestione sostenibile di uno dei nostri beni più preziosi: la terra.

La salute della terra è fondamentale per una società sana e produttiva e la COP 15 esplorerà i collegamenti tra la terra e le principali tematiche di sostenibilità. La COP15 è il momento principale nella lotta alla desertificazione, al degrado del suolo e alla siccità e si è basata sui risultati della seconda edizione del Global Land Outlook offrendo una risposta concreta alle sfide interconnesse del degrado del suolo, dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità in vista del decennio delle nazioni unite sul ripristino degli ecosistemi. Le azioni per il ripristino delle aree degradate, nonché l’adattamento e la mitigazione degli effetti della siccità, l’economia circolare, i regimi di proprietà dei suoli, le questioni di genere, le migrazioni, e l’emancipazione dei giovani sono stati alcuni tra i punti principali toccati nel corso della conferenza.Attraverso le decisioni adottate dai 197 paesi parte della Convenzione UNCCD, la COP 15 spingerà verso soluzioni per una gestione sostenibile del territorio ed un uso efficace della risorsa suolo per garantire la prosperità della natura e degli ecosistemi, nonché soluzioni per una maggiore resilienza alla siccità.

Tutto il Pianeta è soggetto a fenomeni di degrado del territorio e del suolo rapidamente crescenti, che minano la fornitura dei servizi ecosistemici sui cui si fonda la vita umana e che è il risultato di azioni di sovrasfruttamento indotte dall'uomo, causando il declino della sua fertilità, della biodiversità che ospita, con evidenti danni complessivi anche alla salute umana, azioni i cui impatti sono fortemente inaspriti dai cambiamenti climatici.

I fenomeni sono crescenti nei Paesi europei: di fronte a una minaccia crescente occorre rafforzare le misure, fermare e invertire il degrado del suolo. Nel novembre 2021, in collegamento con la Strategia Europea per la Biodiversità, è stata presentata una articolata e ricca Strategia Europea per il Suolo al 2030, che contiene iniziative concrete per proteggere e ripristinare i suoli e garantire che siano utilizzati in modo sostenibile, definendo obiettivi per i terreni sani entro il 2050 ed azioni entro il 2030. La Strategia è il primo passaggio vero la definizione di una nuova legge europea sulla salute del suolo entro il 2023 per garantire parità di condizioni e un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute, per la cui predisposizione è stato avviato un intenso processo preparatorio che vede fortemente impegnati tutti i 27 paesi.

La Convenzione della Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione e agli effetti della siccità (UNCCD) è il quadro di riferimento globale, avendo assunto come focus delle sue azioni il raggiungimento della land degradation neutrality, in perfetta sintonia con l’Agenda 2030. E l’Italia sta da tempo lavorando per definire e raggiungere i traguardi operativi previsti per raggiungere un tasso di degrado netto pari a zero.

La COP 15, ha infine ribadito l’urgenza e la crucialità di garantire azioni coordinate e di investire per fermare e recuperare il degrado di territorio e suolo, lanciando un appello globale e unitario ai governi ad agire per invertire i processi in corso.

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Ultimo aggiornamento 20.06.2022